Dal Poema della Paura e dell’Amore.

…Lei ti odierà se non l’amerai abbastanza
ma ti odierà lo stesso per amarla troppo.
Sarà gelosa della tua indifferenza
ma ti disprezzerà se sarà sempre nei tuoi pensieri,
perché Lei vuole che tu l’ami come il Sole ama
quando inonda il giorno di luce impetuosa
ma poi lentamente attenua la sua forza
e i suoi raggi diventano lievi carezze
prima di sparire oltre l’orizzonte.
Vuole esser così immensamente amata,
andare oltre dimenticandoti di Lei
e tornare ad amarla ancora
in ogni nuovo giorno
come fosse sempre il primo di infiniti giorni.
Questo è l’amore vero,
abbracci di fuoco che abbandonano la presa,
mani avvinte lasciate scivolare via,
ma se non conosci tutte queste cose
tu non sai ancora cosa davvero vuol dire
essere amanti veri e senza tempo…


Ennio Romano Forina

Filastrocca dell’Amore che Vuole Volere

Ti voglio strega e ti voglio fatina

nei tuoi incantesimi avvolgermi

ed essere preso e smarrito

per poi liberarmi ogni volta

e da nuove magie restare incantato,

voglio vederti libera correre via

e aspettare tranquillo che torni.

Perché ti voglio fiera e ribelle

per poterti inseguire per sempre

senza mai fermarci

tra il sole e le stelle.

Ti voglio elettrica e misteriosa,

voglio seguirti nelle tue stagioni

e in tutti i tuoi umori cangianti,

in ogni giorno e in tutte le notti,

voglio invadere i tuoi sogni

per esser sicuro che tu sorrida.

Ti voglio vulcano e temporale,

giorno di sole e vento maestrale.

Voglio farti arrabbiare,

sorprendere sempre,

ma mai lasciarti annoiare

senza parole e sorprese

e teneri gesti d’amore,

ti voglio proprio così, come sei,

voglio vedere i tuoi sciolti capelli

scorrere come steli di grano nel vento

e infilarmi nelle loro tempeste.

Come il tempo ti voglio mutevole

aspro e persino improvviso,

ti voglio spavalda e anche distante

affamata di abbracci caldi e infiniti

ma anche affettuosa e ti voglio amante

di baci, carezze e altri baci mai sazia

e ti voglio arrabbiata, ti voglio ostinata,

ti voglio ammiccante e sensuale

e voglio che tu mi seduca,

che mi sfidi e mi prendi in giro,

ti voglio monella e ti voglio solare

ti voglio vogliosa,

ti voglio fiera e bellicosa,

ma infine arrendevole e dolce.

Ti voglio vento e correnti marine

navigare nelle tue acque in burrasca

affondare nei tuoi vortici d’onde.

Ti voglio arruffata dispettosa e sfrenata

ti voglio lunatica, misteriosa,

ti voglio prigioniera e poi liberata

timida ma coraggiosa.

Ti voglio quando sei nostalgica e triste

e in solitudine ti lasci andare,

voglio sentire i tuoi caldi sospiri

scorrere sempre sul mio viso,

come una brezza marina,

come un fortunale improvviso

e come onde che cullano il sonno.

Ma chiunque tu sia, sei già tutto questo

e non voglio volerti diversa

non voglio altro da te,

che essere sempre e per sempre

soltanto tutto quello che sei.

Ennio Romano Forina

Il Senso delle Cose

Primigenia2.jpgSono la Madre, nata dalla Madre Acqua sono la primigenia sono l’indefinibile sono l’Assoluto. Non nata da nessuno Da un raggio di Sole trasformato in Acqua per Amore, null’altro. In me scorre l’energia che tutto muove. Sono l’orizzonte irraggiungibile e le lande che percorri. Sono dove mi puoi trovare ma non cercare di legarmi, di confinarmi, di spiegarmi. Sono il senso delle cose. Rispettami, amami, e basta. Ennio Romano Forina

 

Primigenia3.jpg

Quando

Quando ammiriamo un paesaggio quale è,

invece di cercare di cambiarlo

e siamo capaci di apprezzare lo svolgersi

di vita in ogni stagione,

quando abbiamo il palpito del cuore

pieno d’amore anche senza un amante,

quando con meraviglia guardiamo il firmamento,

e salutiamo le albe sorridendo,

quando affidiamo ai tramonti i nostri sogni,

e alla dolce e placida Luna i nostri desideri.

Quando accarezziamo invece di colpire,

quando conosciamo invece di ignorare,

quando sappiamo leggere l’anima in altri sguardi,

invece di volgere il nostro

per guardare solo un’immagine riflessa

nello specchio dell’insano egoismo,

quando ci chiediamo continuamente

se il nostro pensare e agire sia meno che perfetto

e non sia di danno alcuno fuori di noi.

ma non sia nato dall’attesa di un premio

né dal timore di una punizione,

ma venga da sé stesso generato per amore.

Quando la paura dell’ignoto

non ci fa sbagliare direzione.

Quando le nostre parole sono vere

e i pensieri cristallini e puri,

quando le nostre mani stringono fortemente

altre mani ma senza trattenere,

quando restiamo invece di fuggire,

quando non cerchiamo di prendere

la forza che ci manca dagli altri,

ma diventiamo forti noi

solo per donarla senza condizioni.

Quando la compassione è il terreno sicuro

in cui muoviamo tutti i nostri passi

senza affondare nelle sabbie mobili

e nel fango insensibile dell’indifferenza.

Quando abbracciamo invece di abbandonare,

quando sappiamo distinguere la direzione,

quando sappiamo che un gioiello

si può comprare e portare via,

ma lasciamo stare il fiore che se colto muore.

Allora il legame con l’armonia del Cosmo si unisce

all’energia pura dell’Amore Universale

e qualunque cosa accada noi siamo eternamente

in quell’amore avvinti e rigenerati.

Solo allora forse spegneremo le fiamme

che bruciano da sempre

negli inferni della mente umana.

Ennio Romano Forina

In una Notte di Versi Pieni di Luna

Mi sono seduto nella notte profonda
e la Luna piena veleggiando dal cielo,
si è seduta al mio fianco
perché le ho chiesto di parlarle di te.
E lei mi ha risposto, prima di tornare
a danzar con le stelle: “So già tutto di te…
solo il pensiero di chi ama davvero
può superare lo spazio e raggiungere me”.
“Non devi far altro che seguire il tuo cuore,
non devi far altro che essere quello che sei.”

Ennio Romano Forina 2018

Un cappuccino con latte di soya al bar.

To My Dearest Friend, Fani Ardelean.

24 settembre 2019

Dimentico sempre qualcosa, ne ricordo mille, ma fra le mille una la dimentico, non c’è nulla da fare e di solito è la più importante.
Vado al centro di Roma, con il preciso scopo di comprare uno dei migliori caffè, al S. Eustachio caffè storico, vicino al Pantheon, materiale per dipingere, pennelli, tele, ma anche per andare nelle librerie. Sono luoghi che vale sempre la pena visitare, non leggo quasi mai libri interi ma singole pagine, parti di qualsiasi libro o argomento che desti il mio interesse, e di solito questo avviene nelle librerie, specie quelle in America che sono più accoglienti, più favorevoli alla consultazione. C’è molto spazio e posti in abbondanza in cui sedersi comodamente e ristorarsi e i commessi si danno da fare moltissimo nell’aiutare i clienti.
Le nostre sono più frenetiche, almeno a Roma, non c’è posto per la calma e la sosta meditativa in questa città, tutto ruota freneticamente nel”touch and go” turistico.
Le “sirene” con i corpi impeccabilmente infilati nei loro sacrali tubini e magliette nere, stazionano all’esterno dei ristoranti e delle trattorie invitando a sedersi per un’aperitivo, un pranzo una cena, e i negozi anche con le loro vestali anch’esse con insostituibili uniformi nere essendo il nero il colore più autorevole, della religione e della legge, anche quella del consumo. Una colazione, un’aperitivo, dunque ma prima ancora di finire sei contagiato dal loro nervosismo e ansia di catturare nuovi clienti mostrata così bene che anche tu lasci mezza colazione o pranzo e te ne vai prima possibile.
Spesso è così anche in amore.

Ma sto dimenticando ora di parlare di quello che dimentico sempre; quella stupida, singola cosa più necessaria delle altre che resta nell’oblio della memoria ma che è quella che serve di più, più di tutte le altre. Distrazione, certo, forse dimentichiamo e trascuriamo le cose più importanti proprio perché “sono” le più importanti.
Dunque, stamattina sono uscito di casa, con la netta sensazione di aver dimenticato qualcosa, allora ho guardato con ansia mentre ero in macchina con il motore avviato: le chiavi? no, sono tutte insieme infilate nel cruscotto, lo smart phone? Non se ne può fare a meno, ma lo dimentico spesso, il note-book e le note scribacchiate su un mucchio di pezzi di carta da rivedere? Le penne i carboncini? Gli occhiali da sole e da lettura? Nemmeno, sono nella borsa grande che porto sempre con me per definire una eventuale ispirazione.
No, accidenti, sembra che ci sia proprio tutto quello che mi serve per la giornata, quindi parto, arrivo al centro commerciale ed entro subito, ma stranamente dimenticando di lasciare briciole di pane e semi per i passeri nell’area di parcheggio, come sono solito fare.

Mentre supero l’ingresso, mi rendo conto di non aver eseguito questo rituale e sento un lieve turbamento, ma niente di più. Il ristorante è pieno di gente, sono tutti lì come sempre, vociferano, si destreggiano in acrobatiche evoluzioni fra forchette e cellulari video games e sms, grandi e piccoli, nelle loro espressioni di nevrotica socialità, ma in quel momento mi sembrano come fantasmi, grigi e inconsistenti, e non ho sensazioni, ricordi, impressioni di simpatia e curiosità, allora sono percorso da un brivido quasi glaciale, mi fermo come sospeso nella nebbia e sento un forte impulso di guardare dentro, dentro di me, introspezione,eseguo e vedo un vuoto, una voragine ed una assenza fuori e dentro me e finalmente mi rendo conto, di aver dimenticato l’anima a casa.

Dunque, in preda all’ansia torno alla macchina e guido velocemente verso casa, per riprendermela prima che possa volare e finire chissà dove, lasciandomi senza.

Apro la porta, entro di corsa senza fiato e, respiro di sollievo, la ritrovo, proprio lì sul divano dove ho passato l’intera notte a dormire un po’ e riflettere, ma non a sognare.

Se ne sta bella sdraiata con i gatti come durante la notte, non l’hanno graffiata, come il divano nuovo ridotto a brandelli, è intera, tra i plaid e gli sguardi sornioni di Letizia, Ciuffetta e Martino che si sono sdraiati sopra a lei e tutti insieme se ne stanno beati e compiaciuti.

Tra le pieghe e i risvolti dell’anima, posso vedere affiorare anche tutte le nostalgie, le aspirazioni e i ricordi persi e lontani nel tempo o nello spazio, e prima di indossarla di nuovo, mi accorgo che ancora avvolto nella parte nuova c’è lo sguardo limpido dei tuoi occhi di giada. Ennio Romano Forina

WINGED WORDS

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Whenever we speak of love

we always aim to the sky and stars.

This time I’ll ask the wind

to bring my words to you.

I’m writing our story

back from where it started

with winged words,

in the flowing rivers of the air.

I miss you, but you are here.

but my soul can touch you.

I long for you but you are in me.

I need you and you are filling me.

I fear you are not beside me

but you walk with me.

How could you set me free,

since, then and now,

you were and are my freedom?

I wrote these words in the breeze of the sea

and I’ll just let the breeze

be my go – between with you.

Ennio Forina  June, 22 – 2017  In Memory Forever

 

PAROLE ALATE

Ogni volta che parliamo di amore

ci volgiamo sempre al cielo e alle stelle.

Questa volta chiederò al vento

di portarti le mie parole.

Sto scrivendo la nostra storia,

da dove e quando è iniziata

con parole alate,

nei fiumi scorrenti dell’aria.

 

Mi manchi, ma tu sei qui.

Le mie mani non possono raggiungerti,

ma la mia anima può toccarti.

Non vedo il tuo viso,

ma ogni cosa riflette te.

Non sento la tua voce,

ma le tue onde calmano la mia mente.

 

Ti desidero ma tu sei in me.

Ho bisogno di te e tu mi riempi.

Ho paura che tu non sia accanto a me,

ma tu cammini al mio fianco.

Come potevi lasciarmi libero,

se eri tu e sei la mia libertà?

 

Ho scritto queste parole

nella brezza del mare

e lascerò che la brezza salmastra

sia messaggera tra me te.

Ennio Forina  June, 25, 2017

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T.i A.m.o

Quanto vale un “Ti amo”?

Due sole semplici parole,

sincere, false?

Dette, scritte, sussurrate, gridate.

Quante volte hai sentito

il suono di queste due parole

e hai creduto che fossero vere?

E se qualcuno te lo giura

stanne certa, non è vero

perché il Ti amo vero

non è come una promessa

e meno ancora un giuramento,

ma una certezza, qualcosa che succede

come un evento inaspettato

che non si può evitare;

una valanga, una tempesta,

l’eruzione di un vulcano,

o sono solo due parole a caso.

Certo, quello che conta è la sostanza,

le parole son nulla senza i gesti,

che alle parole danno la forza e la ragione,

dedizione, premure e gentilezze,

carezze e abbracci, sì ma non basta,

serve un amore che resiste

ad ogni cosa senza chieder nulla

e sa restare intatto e crescere persino

nonostante tutto,

come un rivo d’acqua che precipita dai monti,

non disperde la sua forza e mentre scorre a valle

è un impetuoso fiume.

Dicevi di non poter dirmi

quello che sentivi di dirmi.

Ma se lo sentivi

vuol dire che lo sapevi e lo pensavi

quelle due parole erano in te comunque,

nascoste, soffocate per ingannar te stessa,

e per tenere a bada la mia convinzione,

ma non perse, sempre vive

sotto le coltri della tua coscienza

e sai che non potevano sparire,

quindi che importa?

 

Pensarlo è come dirlo,

se lo pensi lo hai già detto

a tutto l’Universo.

E anche senza un Ti amo

era amore se mi chiamavi amore

e da me volevi così tanto essere amata.

 

Ti amo! Per sé vuol dire tutto

e non vuol dire niente.

Si può gridare e si può tacere

ma non è ciò che conta,

se non conosci la sorgente

da cui il – Ti amo – è scaturito.

Ti amo se anche tu mi ami è niente.

Ti amo comunque, perché esisti

quello è tutto.

Ti amo quando sei bella

e quando non lo sei,

quando sei tenera e desideri i miei baci

e quando sei stanca o ti arrabbi

così per un nonnulla

e se sei impossibile.

Quando sei un’avvincente sfida,

quando sei l’incanto di una fata

e anche quando sei una strega.

Ti amo se ci sei e se mi vuoi

e ti amo quando ti allontani

e se mi odi e mi disprezzi

anche allora ti amo.

 

Nel volerti liberare da un legame

che non ti aveva mai legata

ma per darti il calore dell’amore

ed era solo per tenerti stretta.

Era come il filo di Arianna;

se ti fossi persa serviva a guidarti

nei turbini del cuore

e nei tuoi labirinti della mente.

 

 Ti amo nelle tue tempeste

e nelle tue calme e pensierose ore

e perché mi lasci nel silenzio

e nella tua confusione.

Ti amo in una nuvola di nebbia.

Nelle tue contraddizioni,

quando rigiri la frittata

e neghi i sentimenti e le parole dette

ma non accetteresti mai

nemmeno adesso che negassi le mie.

Ti amo quando sei orgogliosa

e fiera e piena di coraggio,

e Ti amo ancora più quando hai paura

e nell’anima che trema trovi rifugio

nel mio sicuro abbraccio.

Ti amo quando vuoi

e poi dici di non volere più,

quando sei sicura e quando non decidi,

Non importa, ti amo lo stesso,

anche da lontano,

mi basta pensare che sei vera,

perché non ti ho solo incontrata,

eravamo in una collisione, frammenti

di una stessa stella, una cometa esplosa

che si sono trovati all’incrocio esatto

dello spazio e del tempo

di una diversa dimensione.

Potresti essere su un altro pianeta

o una galassia persino e ti amerei lo stesso.

 

Ti amo nella tua libertà

anche se ti porta via lontano,

nelle tue fughe repentine

e nelle tue trasformazioni,

nei tuoi giorni e mesi e ore

in ogni singolo momento.

E se anche ora non vuoi più esser vicina,

sai che prima o poi, in qualche notte oscura,

nel freddo ostile che spegne dell’anima il calore,

nei temporali di pioggia scrosciante,

o nel vento contrario degli affanni,

nella rabbia dell’incomprensione,

penserai al mio amore che resiste

e ovunque sei attende un tuo richiamo

per venirti in aiuto quando serve

per sollevarti da ogni pena

e darti protezione.

E questo amore così tenace e vero,

ti avvolgerà in un vortice di sensi

che ora neghi nelle tue paure

portandoti al sicuro su quell’Isola

dove due anime naufraghe

erano approdate spinte dai forti venti

e dalle correnti travolgenti

di un incredibile, improvviso amore.

 

Non ti accorgerai nemmeno

nell’anima e nel cuore,

quando lontana dall’isola,

forse vorrai voltarti indietro

al pensiero di quegli attimi sfuggiti

di una realtà possibile respinta,

se dopo l’ebbrezza e il fuoco

di un entusiasmo ed un nuovo incanto,

aprendo il vaso scelto di un’altra vita

che doveva contenere

il perfetto e nuovo tuo destino,

quando non sarai la stessa,

né sarai guardata come prima,

potresti forse accorgerti che in quel vaso

c’era poco o nulla,

solo un mucchio di sabbia

che si raccoglie nelle mani

e scorre fra le dita

e non si tiene che per pochi istanti,

senza lasciar null’altro che briciole di luce.

Solo un amore vuoto e falso.

Allora forse penserai

ai momenti persi ed ai ricordi

di questo inverosimile amore come lo chiamavi

che era vero,  anche se non vissuto,

ma tanto potente da immergere

un’anima nell’altra,

molto più che un semplice contatto

una fusione,

così che staccando le le due anime

una di esse porta via con sé

una parte dell’altra

inesorabilmente.

E quello che sarebbe stato stare insieme

per meno tempo qui ed ora certo,

ma sull’Isola per sempre.

Ora non ti sembra possibile

ma di notte forse quando sarai sola

– perché viene sempre il momento

in cui la solitudine

è la nostra unica compagna migliore –

sentirai vibrare le ali di questo mio Ti amo

coprire le tue fredde spalle,

e accarezzarti il viso,

sfiorare le tue labbra dolcemente

e cingerti nel tenero tepore di un abbraccio.

Perché l’amore vero

viaggia nel flusso universale della vita

e ti raggiunge ovunque sei.

 

Ti amo nella tua libertà

ed anche nella mia.

Come vedi non ti inseguo,

non ti cerco ad ogni costo.

Non avrebbe alcun valore

se la Luna non volesse ardentemente

lei stessa danzare con me e con le stelle

e fare un nuovo incanto sul mio cuore.

Ma non ti ho chiesto nulla che non volessi darmi,

ti ho solo trovata ed eri e sei dentro me

e questo basta.

Io in te vedevo un orizzonte infinito

tu in me un abisso in cui avevi solo

paura di cadere.

 

Tutto è un divenire dicevi,

quel che sei ora non è la stessa

che eri prima quando mi chiedevi così tanto

di sentire sempre i miei Ti amo.

 

Cambiar te stessa è sempre stato un tuo diritto,

sei sempre stata libera

di cambiare te stessa e direzione,

ma non di cambiar la storia,

né quel che è stato,  per la tua magia oltre alla mia.

Questo non è un tuo diritto

ed è il mio di ricordarla in tutta la sua essenza.

 

Forse non stringerò mai le tue mani

e non berrò mai i tuoi baci,

le mie dita non si smarriranno

nella rossa foresta dei tuoi capelli sciolti,

non stringerò il tuo petto al mio,

avrai qualcun altro insieme a te

per la nuova vita a cui aspiravi,

ma anche dimenticandoti

io ti amerò lo stesso,

e anche se rompendo il tuo stesso incantesimo,

potrai vantarti di aver piantato

i tuoi vessilli d’indaco

nei campi di battaglia che contro me

hai combattuto e vinto

non potrai mai negare

che questo mio amore è rimasto intatto

e da te non può essere sconfitto

e questa, amore mio immenso

è la vittoria alla fine della mia magia

che ha il colore e l’energia del sole

ed è molto più potente della tua.

 

Ogni donna, mi dicono tutte,

vorrebbe essere amata da così tanto amore

e proprio tu che da me lo hai sempre avuto

e lo chiedevi fortemente

quando dicevi che io ero il tuo pensiero felice

ora lo neghi e lo respingi.

 

Un giorno aprirai lo scrigno

dei miei tredici  magici colori,

come quelli di un perduto arcobaleno

per andare dove si cela il vaso d’oro,

ma non puoi sapere se sarà davvero oro

quel che nel vaso brilla alla sua fine.

 

Eravamo in un vortice d’amore avvinti

e lo sai bene, quando ti ho incontrata

era il tuo vento che spirava da ponente

e impetuoso ci legava in un solo abbraccio,

le nostre mani strette da far male,

tu eri fluida e scintillante

come un’onda marina ebbra di Luna,

troppo forte e intenso è stato quel tocco d’anime e di cuori,

non lo puoi negare,

puoi mentire a te stessa adesso,

ma non a quello che sentivi allora,

è stato vero e quel che è vero resta.

 

Uniti da un solo desiderio

in quelle ore eravamo inesorabilmente

in te e in me sommersi.

 

Tu sei dell’acqua un segno,

legata al mistico splendore della Luna.

Io nell’anima ho il sole e il fuoco dei suoi raggi

e tu sai che da sempre il Sole e la Luna

sono uniti da un legame di luce e d’attrazione

 lascia la Luna libera di vagare e girare tutt’intorno,

ma non si dimentica di Lei e non l’abbandona.

Ennio Romano Forina / Gennaio, 2020

Tra la Luna e il Sole

Ho navigato altre volte in questo mare
in tramonti di mistica luce.
Altre volte sono approdato su spiagge
di nostalgiche maree pervase.
Quando il sole incendia il mare all’orizzonte
e la vanitosa Luna fa la sua comparsa
e trae a sè le onde più vicino pe7r specchiarsi in esse
e si esibisce nella sua veste di luce avvolta
per farsi corteggiare da poeti e amanti
e ricevere versi e lodi per la sua bellezza.

Gli orizzonti diversi dividono gli amanti
la Luna invece unisce il loro sguardo
e i cuori anche se son lontani
perché essi non vedono orizzonti uguali
ma possono guardare la stessa Luna
e a lei sola affidare i pensieri e i palpiti dei cuori
anche se il suo umore cambia sempre
e dispettosa non si fa vedere
quando alle volte si gira di lato
mostrando solo un piccolo sorriso di luce
e a volte si nasconde e non sai dove si trova
ma prima o poi riappare nella scena
in tutto il suo candido splendore
perché lei è sempre la stessa Luna
scrigno dei sogni più profondi e veri.

Stasera ho toccato queste onde
bagnate di Luna per te
perché non potevo toccare le tue mani.
Ho abbracciato il vento marino per te
perché non potevo abbracciare te.
Ho bagnato le mie labbra di sapore salmastro
perché non potevo sfiorare le tue.
Ho guardato il sole immergersi nel mare
perché i miei occhi
non potevano immergersi nei tuoi.

Mi sono sdraiato sulla spiaggia
immaginando di averti al mio fianco.
Ho raccolto nell’acqua un piccolo sasso
levigato dalle correnti
sul quale ho scritto parole invisibili
e l’ho lanciato sulla superficie del mare
verso la tua lontana isola
sperando che vincesse onde e venti contrari
perché tu lo raccogliessi
per leggere tutti gli infiniti versi
che il cuore stesso aveva in esso inciso.

Ho raccolto una conchiglia deserta
con dentro il sospiro della voce del mare che ami
per offrirla all’amata ferita e fiera
irreale e lontana eppur vera
ma nelle onde della mia anima riflessa
ti avvicinavi e ti allontanavi
come una timida e incerta risacca
che teme troppo di fermarsi sulla sabbia
e si ritrae fuggendo veloce
solo lambendo la spiaggia deserta del mio cuore
e subito dopo avvolta in una danza sensuale
tornando a unirsi alle sue onde sorelle.

Forse allora avevo sentito il tuo richiamo
mentre mi dirigevo verso la mia isola
e invece inaspettatamente ero approdato alla tua
trascinato da una misteriosa corrente.
Ma i nostri orizzonti erano a distanze diverse
il tuo più lontano del mio e mi chiedevo se anche tu
dopo esserti in me immersa avresti voluto
almeno per un tratto insieme navigare
anche se credo che su una diversa nave
in un mare e in uno spazio diversi
due anime naufraghe vagando tra i flutti del tempo
si erano già collise e fuse inevitabilmente
unendo tutti i loro sogni e aspirazioni
e avevano iniziato un viaggio l’una nell’altra avvinta
come fossero smarrite ma non perse
per proseguire verso altre sicure promesse
ed orizzonti meravigliosi e sconosciuti.

Sì ho navigato senza paura altre volte
in questo aspro, dolce e sterminato mare
ed è vero, ho trovato molte tempeste da dimenticare
ma anche inesauribili tesori da spendere.

Ennio Romano Forina

Today I touched the waves for you,
‘cause I couldn’t touch you.
I hugged the wind for you,
for I couldn’t hug you.
I wet my lips with briny taste,
because I couldn’t lightly brush yours.
I saw the sun dive in the sea,
for my eyes couldn’t dive in yours.
I laid on the beach,
thinking you were on my side.
I picked up a pebble, sanded by the Sea
then I wrote invisible words on it
and I threw it on the water’s surface,
towards your far away island,
hoping would overcome
the hard waves and contrary winds
I picked up a small deserted shell,
with the voice of the sea that you love,
to offer you sweet Muse, hurt and proud
so unreal and far but still true,
reflected in the waves of my soul,
you came closer and moved back,
just like a shy and uncertain riptide,
who’s too scared to stay
and fast turns back away…

L’Amante Segreta

Una segreta amante
torna a trovarmi quando sono immerso
nella densa nebbia del silenzio
che i miei pensieri e le parole
non possono attraversare.
Un’amante libera e leale
che a volte si allontana ma non mi lascia mai
e sa quando tornare a stringer la mia mano.
 
Un’amante che riempie i miei giorni
e mi incoraggia in tutto quel che devo fare,
che di notte dolcemente si sdraia al mio fianco
avvolgendo il mio petto nel suo abbraccio
mi accarezza la fronte e rasserena la mia mente
e versa l’oblio del sonno sul mio sguardo.
 
Lei mi resta accanto, per darmi tutto il suo calore
e il conforto senza dir nulla
mentre attenta ascolta i miei pensieri,
e quando il sonno prende il sopravvento
veglia su me per allontanare
tutti i miei sogni tormentati.
E la mattina al risveglio non svanisce
ma la trovo sempre accanto a me
a sfidare fieramente un nuovo giorno
seguendomi in tutti i miei gesti,
mi parla sicura, e mi ricorda di volgermi
verso i potenti raggi di quel sole
che sa risvegliare tutto ciò che vive
e con voce suadente, decisa, mai gridando
mi invita a riprendere il cammino
con lei sempre al mio fianco
noi due, ineluttabili, inseparabili, invincibili.
 
Lei sola sa mostrarmi tutto ciò che è vero
è consapevole e conosce tutte, ad una ad una
le mie ferite e le magiche pozioni per guarirle
è lei che mi ricorda che se, nel silenzio
le parole e i pensieri non hanno più una direzione
l’amore invece trova sempre la sua certa via
attraverso la più fitta nebbia e non si perde mai.
Lei non cambia mai idea, è leale ed è sincera
ama la mia libertà e per me trova tutti i sentieri
aumenta i sensi e fa sognare ma non illude mai.
Lei apre gli impossibili orizzonti e non li occlude,
non disprezza, non invidia e non è gelosa
e nelle tempeste lascia la mia mano
stringere altre mani per tirarle a riva.
 
Un’amante limpida come acqua sorgiva
come l’aria tersa di pioggia dopo un temporale
in lei posso trovare il coraggio che serve
per superare le più aspre e avverse condizioni.
 
Via dalla folla, dai cuori fiacchi e le confuse menti,
dalla foschia densa e dalla nebbia,
dove vagano liberi i deformi fantasmi
che la paura genera da sempre,
ma non lei, che invece mi ricorda,
che quando hai veramente amato
nulla meno che amore si può solo dare,
perché l’amore genera altro amore
che spende sé stesso all’infinito,
l’inestinguibile energia propulsiva
più potente di tutto l’Universo.
 
Lei non non traccia mai confini,
non detta condizioni,
non alza barriere di paura
e non offende i sogni.
È lei l’orizzonte dove anche il Tempo,
nell’immenso vortice d’Amore è trascinato
dove tutto si perde, si consuma e si ricrea,
ed è così che se si vuole amar davvero
si deve al tempo stesso perdersi nell’Amore
ma nell’Amore ritrovar se stessi.
Perché l’amore vero è quell’orizzonte
dove l’alba e il tramonto
succedono insieme senza una scansione.
È lei, che sicura m’ama e mi sostiene,
quando l’anima per poco si allontana e perde
nel deserto di parole e sentimenti coraggiosi e veri,
in questo mondo senza sogni e direzione,
dove l’Amore fa paura più del dolore stesso,
lei infine mi raggiunge e nel suo calore mi avvolge
per risanar dell’anima, del cuore e della mente
tutte le ferite e mi circonda di sé,
come il mare circonda un’isola e l’abbraccia,
la protegge e la nutre di preziosa vita.
Solitudine. È questo il nome
della mia segreta e perfetta amante,
che quando sono stanco di lottare,
mi guida oltre le nebbie tenendomi per mano,
per ritrovar del Sole di giorno gli splendenti raggi,
mentre nel silenzio dolce della notte,
per me diventa fremito di stelle
e di Luna, luminosa e chiara Luce.
 
Ennio Romano Forina